SUIVET

Suinicoltura + Suinicultura

Il caldo è nemico dell’allevatore di suini: perché fa male alla scrofa e perché lavorare all’interno delle stalle è veramente pesante.

Il sistema di dispersione termica del suino si fonda essenzialmente su due sistemi: la respirazione e la dilatazione capillare a livello periferico. Con la respirazione accelerata viene aumentato il volume di scambio aereo (aria fresca in entrata e aria calda in uscita), con la dilatazione capillare periferica viene aumentata la temperatura periferica per aumentare la dispersione. Tant’è che la produzione lattea della scrofa diminuisce sì per la minore ingestione alimentare, ma soprattutto per la diminuzione dell’apporto ematico alla mammella a causa dell’elevata vasodilatazione periferica.

Per questo motivo, il suino in libertà cerca l’acqua, il fango, in cui si rotola per disperdere il calore, mentre all’interno degli allevamenti è costretto a cercare  fonti alternative, come le feci, per abbassare la temperatura.

Ma una scrofa in gabbia parto non ha possibilità di scelta, non può adottare strategie finalizzate all’aumento della dispersione: infatti la sala parto è il settore della scrofaia in cui solitamente muoiono più scrofe in estate. Quindi solo l’uomo può intervenire in questo delicato equilibrio, mediante una corretta gestione ambientale.
 
goccia parto Ecco quindi l’idea di questo allevatore, che riprendendo una tecnologia di provenienza nordamericana degli anni ottanta, ha realizzato con poca spesa questo impianto di raffrescamento a goccia per le scrofe in sala parto.

Un tubo per “irrigazione a goccia”, già provvisto dei relativi forellini di uscita per l’acqua, è stato fissato ad un cavo di acciaio teso sopra la fila delle gabbie parto, nella parte anteriore, in coincidenza alla perpendicolare al collo delle scrofe quando sono distese ad allattare.
goccia parto
goccia parto  Da una parte è stato collegato, con due valvole in serie, alla linea dell’acqua, dall’altra è stato chiuso.



Una volta in posizione, con del nastro adesivo sono stati chiusi tutti i fori ad esclusione di quelli che fanno gocciolare l’acqua sul collo della scrofa, ed il gioco è fatto.





Nelle ore più calde, l’allevatore apre il circuito dell’acqua, ed il tubo incomincia a scaricare, secondo la regolazione effettuata con la seconda valvola, un gocciolìo continuo sulla scrofa, la quale apprezza in maniera evidente con movimenti di “posizionamento” delle gocce sul collo (zona ad elevata vascolarizzazione e quindi ad elevato scambio termico).


 
 goccia parto
 goccia parto
goccia parto goccia parto Dopo aver inserito dell'inchiostro nell'acqua, si può notare come le scrofe cercano di posizionare il collo dove cade la goccia.
E’ evidente una diminuzione della frequenza respiratoria, che sta ad indicare il benessere dell’animale.
Il consumo d’acqua è irrisorio, ma il risultato è eclatante.