SUIVET

Suinicoltura + Suinicultura

Abbiamo già trattato, in un articolo di un po' di tempo fa, il concetto di fidelizzazione del capezzolo e di quanto questo meccanismo fisiologico di formazione della gerarchia all’interno della covata, che si instaura nelle prime 48-72 ore di vita, sia importante per lo sviluppo di una buona omogeneità fra i suinetti. Tuttavia vale la pena ricordare anche quanto questo meccanismo sia limitante per lo svolgimento di alcune pratiche di baliaggio, ancora molto in uso, ma piuttosto rischiose. Ci riferiamo alla sostituzione del suinetto in ritardo di crescita all’interno di una bella covata, con un altro più in carne, e pertanto più simile al resto della covata ricevente, pratica frequentemente utilizzata anche a 14-20 giorni di vita, allorquando la gerarchia è già ben consolidata. La larga diffusione di questa pratica ha le sue basi nel fatto che risulta piuttosto semplice e veloce da eseguire per l’operatore, ma non tiene in conto che la gerarchia sia già formata e delle conseguenze che la sua perturbazione sia in grado di arrecare. In effetti il suinetto inserito in un nuovo gruppo, guadagnerà il suo abituale capezzolo, quello a cui si è fidelizzato nella sua covata di nascita, che sfortunatamente per lui troverà impegnato dal suinetto della covata ricevente. Infatti su 12/14 suinetti pensate davvero di avere la fortuna che il nuovo arrivato vada proprio a stimolare il capezzolo del suinetto in ritardo che viene rimosso? Lascerei a voi ogni commento sulla cosa...

Questo genera una nuova competizione fra i due suinetti per lo stabilirsi di una nuova gerarchia. Da un punto di vista zootecnico quello che accade è una riduzione del peso dei due contendenti al capezzolo a fine lattazione rispetto al resto della covata. Inoltre, l’aspetto più negativo deriva da una riduzione complessiva del peso dell’intera nidiata rispetto alle altre, come conseguenza della diminuzione della produzione di latte da parte della scrofa che percepisce come un forte stress il tumulto derivante dalla competizione dei due suinetti. Per queste ragioni è fortemente sconsigliabile l’impiego di questa tipologia di adozione oltre le 48/72 ore di vita cioè da quando la fidelizzazione è già avvenuta. In queste situazioni, sarebbe meglio preferire o l’adozione completa o lo svezzamento a balzi.

L’adozione di sostituzione rimane una procedura interessante da approcciare nelle prime 48 ore di vita cioè quando la fidelizzazione del capezzolo da parte dei suinetti non è ancora avvenuta e quando, nel tentativo di ridurre il numero delle balie, si voglia anticipare la formazione degli scarti lavorando tempestivamente sui ritardatari. La procedura è davvero molto semplice: dopo avere selezionato la scrofa ricevente dei ritardatari, preferibilmente una secondipara con bei capezzoli ed una bella covata, posizioniamo la sua covata all’interno del nostro carrellino dei baliaggi (figura 1).


Figura 1

Quindi andiamo a sostituire i suinetti in ritardo di crescita nelle altre covate della sala, con quelli belli del nostro carrellino non senza però averli ben marcati con un tampone colorato. Questa evidenziazione ha il fine di poter seguire i suinetti aggiunti a ciascuna balia per monitorarne il decorso nelle prime 12-48 ore dopo l’adozione: dobbiamo infatti assicurarci che anche i nuovi introdotti non rimangano in ritardo al fine di spostarli tempestivamente. Alla fine del baliaggio avremo all’interno del nostro carrellino tutti i suinetti in ritardo di crescita raccolti dalle varie scrofe che andremo a posizionare sotto la nostra balia liberata all’inizio della procedura.

Risulta abbastanza evidente come l’adozione di selezione sia una pratica di contenimento delle perdite senza inoltre coinvolgere scrofe di altre età di lattazione (quindi spesso di altre sale) con conseguente riduzione della movimentazione dei suinetti. Tuttavia la manovalanza va adeguatamente istruita sui rischi con particolare riferimento sia all’età dei suinetti da coinvolgere prima che la fidelizzazione sia avvenuta e sia sul monitoraggio dei suinetti baliati all’interno delle nuove covate affinché non ritardino nella loro crescita.