SUIVET

 

(Dott. Claudio Mazzoni/Dott.ssa Lucia Tagliaferri)

Un argomento decisamente conosciuto, ma molto complicato da affrontare e risolvere in azienda, è quello della patologia digestiva neonatale del suinetto ossia l’espressione della rottura dell’equilibrio esistente fra l’animale (sistema immunitario) e l’ambiente in cui vive (gli agenti infettivi) che ha come espressione clinica la diarrea.

In sala parto i periodi più tipici che contraddistinguono la comparsa di diarrea sono: a 2/3 giorni, a 5/7 giorni o a 14 giorni e si possono contraddistinguere per un’alta mortalità dei suinetti o, nella migliore delle ipotesi, per una perdita di peso notevole spesso irrecuperabile.

Oggigiorno la causa primaria della gran parte delle diarree neonatali è sempre meno di natura infettiva, questo anche grazie ai notevoli passi avanti fatti sia in termini di gestione dell’azienda (vedi le bande), sia per i presidi immunizzanti (sempre più specifici e ricercati), sia per le strutture (meglio pulibili) e sia per i disinfettanti di ultima generazione (in grado di agire più in profondità). In ogni caso l’origine primaria della rottura dell’equilibrio fra difese del suinetto (conferita dal colostro e dal latte) e la pressione dell’infezione (il numero di batteri presenti nello stesso tempo), risiede molto in un’insufficiente colostratura (o FPT ossia fallimento della trasmissione dell'immunità passiva, fenomeno patologico ben conosciuto ed indagato soprattutto nella specie bovina), piuttosto che in una inadeguata igiene degli ambienti in grado di generare elevate pressioni infettanti.

I colleghi francesi dividono le diarree neonatali in due gruppi: le “classiche” e le “dismicrobiche” (vedi tav 1).

Fattori di rischio per le diarree neonatali

Tra i principali fattori di rischio delle forme “classiche” riconosciamo:

1) Una scadente qualità immunologica del colostro. Qui viene coinvolta direttamente la scrofa che, per qualche motivo, non è in grado di fornire o trasferire un buon corredo immunitario alla prole. È il caso tipico della scrofetta che, proprio a seguito della sua breve presenza negli ambienti dell’allevamento, non ha ancora acquisito lei stessa una buona immunità. Anche le pluripare però possono ricadervi per le ragioni più diverse: la malattia, la sindrome della scrofa grassa, intossicazioni alimentari, stati di stress zootecnico (induzione del parto senza assistenza) o comunque tutte quelle situazioni in grado di dare immunodepressione.

2) Un’ingestione insufficiente di colostro. Questo punto coinvolge il suinetto e quindi tutti i fattori in grado di intervenire sulla vitalità alla nascita (ad es. stati di malattia o suinetti sottopeso), parti prolungati o prematuri, oltre che le adozioni sistematiche troppo precoci o ancora interventi fisici alla nascita (iniezioni, taglio della coda etc.) in grado di generare dolore e quindi ostacolare la normale capacità del suinetto di accedere alla mammella per assumere una quantità adeguata di colostro.

3) L’esistenza di una pressione infettante molto elevata. In questo caso vengono chiamati in causa gli ambienti, la loro pulizia e igiene.

Per quanto riguarda le diarree “dismicrobiche”, sono quelle causate principalmente da una problematica digestione del colostro o del latte da parte del suinetto. Queste vengono considerate conseguenti ad una alterazione della microflora microbica intestinale non più in grado di digerire il latte oppure ad una incapacità intrinseca dell’animale di farlo.

In tutto questo contesto si inserisce la nostra capacità od incapacità di fare diagnosi. I quadri di diarrea neonatale, che solitamente si presentano al clinico, sono molto variegati e quindi dovremo cercare attentamente a che livello vi è stata la “rottura” per poter effettuare un intervento terapeutico quanto mai tempestivo e ragionato.