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(Dott. Claudio Mazzoni e dott. Lucia Tagliaferri)

La scelta e la formazione del personale sono un argomento spesso trascurato od a cui viene riservato un ruolo di secondo piano fra le attività dell’agenda dell’imprenditore. Ecco perché la formazione deve partire proprio dai vertici, poiché solo in questo modo se ne potrà apprezzare appieno il reale valore. Essere in grado di gestire al meglio la manovalanza, sia per l’attitudine e sia per la competenza individuale, sono momenti chiave per orientare il successo o meno della produttività aziendale. Quindi, dopo che l’imprenditore od il tecnico che ne fa le veci sono professionalmente formati, sarà possibile, anzi necessario, pensare alla formazione del personale in azienda su cui si concentreranno le nozioni tecnico-pratiche o, come si preferisce indicarle, pratico scientifiche.

In questa sede sarà necessario fornire un metodo di lavoro, cioè un’organizzazione dello stesso, utile al personale per il corretto svolgimento della propria attività lavorativa e per il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Nella spiegazione del metodo, riteniamo che debbano essere forniti tre tipi di nozioni base veramente indispensabili. Ci riferiamo agli elementi di fisiologia dell’animale, alla spiegazione dello strumentario utile al metodo ed alla empatia/comportamento.

Vediamoli più nel dettaglio. Cominciamo con la fisiologia: l’importanza di questa disciplina è enorme. Infatti solo da questa possiamo comprendere i meccanismi che regolano gli eventi che scandiscono il corso della vita dell’animale. Grazie a queste conoscenze saremo in grado di capire il perché ed il quando è necessario eseguire uno piuttosto che un altro intervento manipolativo o ancora un trattamento ormonale. Lo strumentario deve essere ben conosciuto e questa informazione non ammette ignoranza, all’interno di ciascun reparto il personale deve sapere esattamente quali sono gli strumenti da utilizzare e su cosa vadano registrati tali interventi. L’empatia/comportamento non è da sottovalutare dato che anche il suino è un mammifero, proprio come noi, e come tale è assoggettato all’esperienza, ovvero vive “sentimenti ed emozioni” e compie atti volontari. Certamente in maniera più primitiva di quanto non lo facciamo noi, ma è sotto gli occhi di tutti gli addetti al settore che ciò avvenga. La conoscenza di questi aspetti migliora la convivenza fra noi e i nostri simili, figuriamoci fra noi ed il suino, che chiaramente occupa un gradino più basso nella piramide alimentare.

Questo semplicistico riassunto dei tre momenti chiave dell’incontro con il personale, che sono qui solo sommariamente accennati, rappresenta l’ossatura attorno alla quale costruire la formazione del personale tanto quella spot (semestrale o annuale) quanto quella continua, cioè quella che il tecnico aziendale esercita durante la vita di tutti i giorni.

Al personale devono essere inoltre dati degli obiettivi ben determinabili. Occorre che l’obiettivo sia Semplice quindi chiaro per tutti, ad esempio aumentare il numero di suinetti svezzati per parto. Misurabile cioè indicato da un numero disponibile per tutti, come passare da 12,3 a 12,5 suinetti svezzati per parto. Il concetto della misura di un dato, esprimibile con un numero od una percentuale, è molto importante e la raccolta di questi dati è sfortunatamente un argomento ancora male affrontato in molte aziende. Sfidante ovvero indicante la sfida che deve essere vinta per raggiungerlo, come ridurre la mortalità in lattazione per ottenere i 12,5 suinetti svezzati per parto. Raggiungibile quindi possibile, è chiaro che se la capacità di svezzamento attuale dell’azienda è di 12,3, passare a 12,5 potrebbe essere un obiettivo ragionevole da raggiungere mentre, aumentare gli svezzati per parto a 13,5 potrebbe rappresentare un obiettivo quasi impossibile da realizzare. In un Tempo limite, cioè deve essere raggiunto in un tempo ritenuto adeguato, in rapporto anche agli sforzi economici sostenuti per perseguirlo.

Per cercare di rendere più raggiungibile l’obiettivo finale potrebbe essere utile inserire una tappa, quindi uno o più obiettivi intermedi, al fine di rendere più raggiungibile quello finale. A questo punto sarà necessario motivare ed incentivare il personale al fine di garantirsi quell’elemento fondamentale per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo: ovvero l’impegno.

Sfortunatamente per molti imprenditori l’impegno delle proprie maestranze non si può comperare, ma si deve sempre conquistare. Quindi il lavoro che l’imprenditore deve svolgere è molto più fine. In generale, per garantirsi l’impegno delle proprie maestranze, al di la del raggiungimento degli obiettivi, è necessario coinvolgerle a vario grado nelle decisioni che riguardano l’azienda, dato che saranno loro a lavorarvi all’interno, cercando quindi di fare sentire proprie le decisioni finali. Il capitolo delle motivazioni è veramente molto ampio. Interessando i rapporti interpersonali, ovvero l’affetto con la proprietà e con i colleghi di lavoro, quindi il celebrato spirito di squadra; la sicurezza e la qualità nell’ambiente di lavoro; la realizzazione delle necessità famigliari; il soddisfacimento economico e così via.

In conclusione potremmo dire che, seguendo un semplice ragionamento, un dipendente motivato svolge le sue mansioni con impegno e con serenità consapevole di fare sempre il proprio meglio, e di essere messo nelle condizioni per farlo. Una volta rincasato, all’interno del focolare domestico, potrà manifestare il suo appagamento e la sua autostima. Ci si avvicina così molto al concetto di felicità, che possiamo così mirabilmente riassumere:

La felicità
non è avere quello che si desidera,
ma desiderare
quello che si ha.

Oscar Wilde