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Suinicoltura + Suinicultura

…VISTO ED ELABORATO PER VOI DALLE JRP 2011… (by Mario Gherpelli)
Dalle Journées de la Recherche Porcine (Giornate della Ricerca Suina – JRP),  43a edizione: “CONTROLLO DELL’INVOLUZIONE UTERINA PER MEZZO DELL’ECOGRAFIA TRANS ADDOMINALE IN B-MODE: VALIDAZIONE DELLA TECNICA ” - Relatori: Thilmant P, Paniagua S., Farnir F., Maes D., Beckers J-F, Laitat M. (Centro Produzioni Animali di Liegi – Università di Liegi- Università di Gand)

Introduzione

L’involuzione uterina viene definita come il ritorno dell’utero al peso e alle dimensioni normali dopo la gravidanza e il parto. Di solito, nella scrofa questo avviene 18-21 giorni post partum. Per dare un’idea del fenomeno, il peso dell’utero passa dagli oltre 3 kg subito dopo il parto a meno di 500 g a 21 giorni di lattazione (Palmer e coll., 1965).
Esistono diversi metodi per valutare questo fenomeno nella scrofa: dosaggio nell’urina di alcuni markers della degradazione del collagene, biopsia uterina ed ecografia. Quest’ultima tecnica, descritta per la prima volta da Martinat-Botté e coll. nel 1998, risulta essere la meno costosa e la più semplice dal punto di vista operativo.
Il controllo ecografico dell’involuzione uterina può permettere di stabilire un eventuale ritardo nel suo svolgimento, così come la presenza di un’endometrite, indirizzando verso trattamenti farmacologici mirati o verso la riforma precoce delle scrofe colpite allo svezzamento.
L’obiettivo di questo studio era quello di comparare le misure dell’utero verificate post mortem con le misure ottenute per via ecografica in condizioni di campo, al fine di stabilire la validità o meno di questo approccio diagnostico.

Materiali e metodi

Lo studio ha riguardato 14 scrofe di riforma di razza Landrace belga (linea iperprolifica) provenienti da un allevamento di 400 scrofe.
Un’ecografia trans addominale in B-mode è stata eseguita il giorno prima della macellazione, misurando tre parametri utili al monitoraggio dell’involuzione uterina: l’altezza dell’utero nell’immagine ecografica, il diametro delle corna uterine e l’eventuale presenza di liquido all’interno del lume uterino.
Dopo la macellazione, per ogni utero prelevato sono stati valutati il volume, il peso, la lunghezza e la larghezza delle corna uterine.
L’analisi statistica di correlazione ha riguardato la variabile “ordine di parto” insieme a tutte le misure rilevate. Per testare il legame tra queste variabili e la presenza di liquido nel lume, si è ricorsi ad un test di Spearman.

Risultati e discussione

L’altezza uterina misurata all’ecografia (8,3 ± 1,3 cm) era correlata positivamente al peso (1552 ± 756 g) e al volume dell’organo rilevati post mortem. Inoltre, risultava correlata in modo significativo (p<0,05) anche alla lunghezza (127 ± 33 cm) e alla larghezza (4,0 ± 1,2 cm) delle corna uterine. Il diametro delle corna uterine rilevato all’ecografia (1,6 ± 0,7 cm) era in correlazione positiva con il peso dell’utero, con la larghezza delle corna (p<0,01) e con il volume dell’organo (p<0,05). Infine, la presenza di liquido nel lume uterino all’ecografia era correlata positivamente alla lunghezza delle corna uterine (p<0,01).

Conclusioni

I risultati di questo studio, anche se relativi ad un numero limitato di animali (n=14) sembrano confermare l’attendibilità delle misure ecografiche nella valutazione in vivo dell’involuzione uterina nella scrofa.


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