SUIVET

 

VISTO ED ELABORATO PER VOI… (by Mario Gherpelli)
Dalle Journées de la Recherche Porcine (Giornate della Ricerca Suina – JRP), 45a edizione: Fablet C., Marois-Crehan C., Simon G., Grasland B., Jestin A., Kobisch M., Madec F., Rose N.

Introduzione

Gli agenti infettivi principalmente responsabili delle malattie polmonari nel suino sono Mycoplasma hyopneumoniae (Mhp), Actinobacillus pleuropneumoniae (App), il virus della Sindrome Riproduttiva e Respiratoria del Suino (PRRSV) e i virus influenzali del suino (SIV). Studi epidemiologici recenti indicano che anche il circovirus suino tipo-2 (PCV-2) sarebbe da considerare tra gli agenti patogeni maggiori (Hansen et al., 2010; Wellenberg et al., 2010).

La conoscenza degli agenti infettivi associati alle malattie respiratorie e le loro interazioni rappresentano il punto di partenza obbligato per l’applicazione di una strategia di controllo appropriata. Per quanto riguarda la Francia, da oltre 25 anni non si è più realizzato uno studio epidemiologico su vasta scala che indagasse questo tema. L’obiettivo di questo lavoro è quello di valutare il ruolo di questi cinque agenti infettivi nell’espressione clinica delle malattie polmonari e nel determinismo delle lesioni anatomo-patologiche di polmonite e pleurite nel Grand Ovest della Francia.

Materiali e metodi

Lo studio è stato realizzato in 125 allevamenti a ciclo chiuso del Grand Ovest [soprattutto in Bretagna, NdT] i quali rientravano nel campione oggetto della precedente comunicazione [vedi riassunto precedente, NdT]. In ciascun allevamento sono state incluse quattro bande di suini di 4, 10, 16 e almeno 22 settimane di vita. I sintomi clinici hanno riguardato il rilevamento dei colpi di tosse su un periodo continuativo di sei minuti in ciascun gruppo. Inoltre, un campione di 15 suini estratti a sorte è stato sottoposto a prelievo di sangue in ciascuna banda. Per le bande di 4, 10 e 16 settimane è stato effettuato anche un prelievo di muco mediante sondaggio tracheo-bronchiale su 10 dei 15 suini selezionati. Le lesioni riferibili a polmonite e pleurite, nonché lo stato reattivo dei linfonodi tracheo-bronchiali, sono stati valutati al macello su 30 suini anch’essi scelti per estrazione a sorte.
[Per quanto riguarda le analisi di laboratorio e statistiche utilizzate, si rimanda al lavoro originale disponibile presso l’autore – NdT].

Risultati

L’analisi dei dati raccolti ha permesso di stratificare il campione in quattro gruppi di allevamenti. Un primo gruppo (n. 33 allevamenti) è caratterizzato da un punteggio medio di polmonite elevato, una frequenza elevata di tosse a 16 settimane di vita, una frequenza elevata di congestione linfonodale a livello tracheo-bronchiale e una frequenza elevata di anticorpi anti-PRRSV a 10, 16 e 22 settimane di vita. Questi allevamenti presentano anche infezione da SIV tipo H1N1 e hanno una frequenza elevata di suini positivi alla PCR per Mhp e PCV-2 a 16 settimane di vita.

Un secondo gruppo è caratterizzato da una frequenza elevata di suini con segni di pleurite e con un’elevata frequenza di infezione da PRRSV, nonché dal sierotipo 2 e dal sierogruppo 1-9-11 di App alla fine del ciclo d’ingrasso.

Un terzo gruppo comprende allevamenti con una frequenza elevata di suini infettati da Mhp e PCV-2 a 4, 10 e 16 settimane di vita.

Il quarto gruppo è costituito da allevamenti con una frequenza più elevata di suini senza polmonite e senza pleurite. In questo gruppo, la pressione d’infezione nei confronti del PCV-2 è la più elevata a 17 settimane di vita.

Conclusioni

Nonostante il PCV-2 sia associato all’espressione clinica e anatomo-patologica della polmonite, non ha un ruolo rilevante nello sviluppo delle malattie polmonari enzootiche negli allevamenti del Grand Ovest francese, all’opposto di quanto emerso per Mhp, per il PRRSV e per il SIV sottotipo H1N1.

L’infezione da parte del PRRSV presenta la particolarità di intervenire in modo significativo sia sulla polmonite che sulla pleurite.

L’App, in particolare il sierotipo 2, gioca un ruolo centrale nella comparsa della pleurite.