Maternità - Ultimi articoli inseriti https://suivet.it/maternita.aspx http://www.rssboard.org/rss-specification mojoPortal Blog Module it-IT 120 no L'adozione di selezione Abbiamo già trattato, in un articolo di un po' di tempo fa, il concetto di fidelizzazione del capezzolo e di quanto questo meccanismo fisiologico di formazione della gerarchia all’interno della covata, che si instaura nelle prime 48-72 ore di vita, sia importante per lo sviluppo di una buona omogeneità fra i suinetti. Tuttavia vale la pena ricordare anche quanto questo meccanismo sia limitante per lo svolgimento di alcune pratiche di baliaggio, ancora molto in uso, ma piuttosto rischiose. Ci riferiamo alla sostituzione del suinetto in ritardo di crescita all’interno di una bella covata, con un altro più in carne, e pertanto più simile al resto della covata ricevente, pratica frequentemente utilizzata anche a 14-20 giorni di vita, allorquando la gerarchia è già ben consolidata. La larga diffusione di questa pratica ha le sue basi nel fatto che risulta piuttosto semplice e veloce da eseguire per l’operatore, ma non tiene in conto che la gerarchia sia già formata e delle conseguenze che la sua perturbazione sia in grado di arrecare. In effetti il suinetto inserito in un nuovo gruppo, guadagnerà il suo abituale capezzolo, quello a cui si è fidelizzato nella sua covata di nascita, che sfortunatamente per lui troverà impegnato dal suinetto della covata ricevente. Infatti su 12/14 suinetti pensate davvero di avere la fortuna che il nuovo arrivato vada proprio a stimolare il capezzolo del suinetto in ritardo che viene rimosso? Lascerei a voi ogni commento sulla cosa...

Questo genera una nuova competizione fra i due suinetti per lo stabilirsi di una nuova gerarchia. Da un punto di vista zootecnico quello che accade è una riduzione del peso dei due contendenti al capezzolo a fine lattazione rispetto al resto della covata. Inoltre, l’aspetto più negativo deriva da una riduzione complessiva del peso dell’intera nidiata rispetto alle altre, come conseguenza della diminuzione della produzione di latte da parte della scrofa che percepisce come un forte stress il tumulto derivante dalla competizione dei due suinetti. Per queste ragioni è fortemente sconsigliabile l’impiego di questa tipologia di adozione oltre le 48/72 ore di vita cioè da quando la fidelizzazione è già avvenuta. In queste situazioni, sarebbe meglio preferire o l’adozione completa o lo svezzamento a balzi.

L’adozione di sostituzione rimane una procedura interessante da approcciare nelle prime 48 ore di vita cioè quando la fidelizzazione del capezzolo da parte dei suinetti non è ancora avvenuta e quando, nel tentativo di ridurre il numero delle balie, si voglia anticipare la formazione degli scarti lavorando tempestivamente sui ritardatari. La procedura è davvero molto semplice: dopo avere selezionato la scrofa ricevente dei ritardatari, preferibilmente una secondipara con bei capezzoli ed una bella covata, posizioniamo la sua covata all’interno del nostro carrellino dei baliaggi (figura 1).


Figura 1

Quindi andiamo a sostituire i suinetti in ritardo di crescita nelle altre covate della sala, con quelli belli del nostro carrellino non senza però averli ben marcati con un tampone colorato. Questa evidenziazione ha il fine di poter seguire i suinetti aggiunti a ciascuna balia per monitorarne il decorso nelle prime 12-48 ore dopo l’adozione: dobbiamo infatti assicurarci che anche i nuovi introdotti non rimangano in ritardo al fine di spostarli tempestivamente. Alla fine del baliaggio avremo all’interno del nostro carrellino tutti i suinetti in ritardo di crescita raccolti dalle varie scrofe che andremo a posizionare sotto la nostra balia liberata all’inizio della procedura.

Risulta abbastanza evidente come l’adozione di selezione sia una pratica di contenimento delle perdite senza inoltre coinvolgere scrofe di altre età di lattazione (quindi spesso di altre sale) con conseguente riduzione della movimentazione dei suinetti. Tuttavia la manovalanza va adeguatamente istruita sui rischi con particolare riferimento sia all’età dei suinetti da coinvolgere prima che la fidelizzazione sia avvenuta e sia sul monitoraggio dei suinetti baliati all’interno delle nuove covate affinché non ritardino nella loro crescita.


Dott. Claudio Mazzoni
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https://suivet.it/ladozione-di-selezione.aspx mazzoni@suivet.it (Dott. Claudio Mazzoni) https://suivet.it/ladozione-di-selezione.aspx https://suivet.it/ladozione-di-selezione.aspx Tue, 14 May 2019 14:17:00 GMT
Scarto o ritardatario (Dott. Claudio Mazzoni)

Sia che si tratti di baliaggi precoci o baliaggi tardivi  la gestione dei soggetti in ritardo di crescita, rappresenta per molte aziende la popolazione di suinetti maggiormente coinvolta nei trasferimenti. Tuttavia ritengo che sia necessario fare una certa puntualizzazione sull’argomento dal momento che, gli scarti ed i ritardatari, che nel nostro paese sono spesso confusi, in realtà appartengono a due categorie ben separate, che devono essere trattate in modo decisamente differente.

La puntualizzazione è diventata d’obbligo da diversi anni, ovvero dal momento in cui l’avvento di nuovi strumenti zootecnici, quali ad esempio i deck, sono arrivati fino nelle nostre aziende. Il principio su cui si basa il funzionamento dei deck (vedi foto 1) è quello di creare un ambiente dedicato ed accogliente, con un sistema di alimentazione specializzato, per coprire le necessità nutrizionali dei suinetti di qualsiasi età. La localizzazione è particolarmente importante poiché permette di lasciare tali suinetti all’interno delle sale parto con i fratelli di pari età, sfruttando anche il richiamo della scrofa come elemento deterrente per favorire l’avvicinamento dei suinetti al latte artificiale. Inoltre, e questa è forse la cosa più importante, permettono di sfruttare lo spazio aereo delle sale parto, in particolare sopra le gabbie parto stesse, per creare dal nulla nuovi ambienti in cui alloggiare i suinetti.

Foto 1: batteria di deck
Foto 1: batteria di deck

Le prime indicazioni arrivate nel nostro paese sull’utilizzo dei deck, vedevano coinvolti principalmente i suinetti neonati in ritardo di crescita, creando così subito una certa difficoltà applicativa del sistema. Infatti solo il tempo ha potuto dimostrare che tali difficoltà avevano una base ben più profonda legata soprattutto all’interpretazione di molti allevatori del termine ritardatario. Il ritardatario è un suinetto vivace e ancora in forma che ha perduto da qualche ora, non necessariamente per colpa sua, un accesso facile alla mammella (Foto 2) che lo porta spesso ad un ipereccitazione per la ricerca di una nuova, quanto indispensabile, fonte di nutrimento. Sebbene il suinetto appaia sfiancato e con un addome visibilmente “vuoto”, il suo aspetto rimane nella norma e più in generale non è ritenuto necessario né nessun tipo di trattamento né tantomeno di trasferimento (Foto 3).

Foto 2: Covata con suinetto in ritardo Foto 2: Covata con suinetto in ritardo di crescita

 

Foto 3: Suinetto in ritardo di crescita-Dettaglio
Foto 3: Suinetto in ritardo di crescita-Dettaglio

Ecco che allora, in mancanza di qualsiasi tipo di assistenza, la situazione del suinetto degenera, spesso abbastanza velocemente. L’assenza di un livello nutrizionale minimo sufficiente porta verso il deperimento dell’animale che comincia a mettere in mostra, via via in modo più marcato, le ossa del bacino (tuberosità iliache) e le ossa della schiena (processi spinosi delle vertebre) diventando così uno scarto (Foto 4). A questo punto la vitalità del suinetto viene progressivamente compromessa e lascia spazio a quella svogliatezza nella movimentazione che non lascia dubbio alcuno sul futuro dell’animale (Foto 5).

Foto 4: Scarto in evidenzaFoto 4: Scarto in evidenza

Foto 5: Scarto all'interno della covata
Foto 5: Scarto all'interno della covata

Una volta fatta nostra questa importante distinzione, non è necessario essere in possesso di alcun titolo di studio per capire che se per un soggetto in ritardo di crescita l’opzione dell’alimentazione artificiale diventa una strada facilmente percorribile, anzi auspicabile, per uno scarto questa può rivelarsi una definitiva condanna a morte. Per gli scarti, sempre che si sia ancora in tempo, l’unica alternativa utile sarà quella di dargli una madre dedicata, da condividere con altri suoi simili (la balia degli scarti per l’appunto) in grado di soddisfare quelle necessità nutrizionali ed immunitarie che solo il latte materno è in grado di coprire.

Quello che a mio avviso è successo in passato, e spesso succede ancora oggi, in relazione al fallimento di alcuni approcci zootecnici innovativi che interessano il management dei suinetti in sala parto, è stato proprio una difficoltà da parte delle maestranze nell’interpretare la differenza fra ritardatario e scarto. Questa incapacità di lettura dello stato generale del suinetto, ha  effetti negativi non soltanto nel caso dei deck, ma anche su alcuni sistemi di adozione (vedi lo “svezzamento a balzi”) che hanno come fulcro centrale il trasferimento dei suinetti.  

Dobbiamo comunque ricordare che il successo per questi sistemi zootecnici è stato solo procrastinato nel tempo, ma oggi è a tutti evidente. Certo in molte realtà abbiamo dovuto modificare l’approccio originale del metodo utilizzando non più i ritardatari, che altro non erano che i nostri scartini spesso fonte di ulteriori tribolazioni, ma i più sicuri suinetti “belli” che garantiscono una maggior sicurezza di successo rispetto ai primi, proprio in virtù di una loro superiore vigoria e resistenza.

Credo sia molto importante avere ben presente la distinzione fra suinetto “ritardatario” e “scarto”, anche perché i sempre più tecnici sistemi di adozione, soprattutto in un’ottica di gestione dell’iperprolificità in abbinamento ad una riduzione del numero delle balie, ne tengono grande considerazione.


Dott. Claudio Mazzoni
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https://suivet.it/scarto-o-ritardatario.aspx mazzoni@suivet.it (Dott. Claudio Mazzoni) https://suivet.it/scarto-o-ritardatario.aspx https://suivet.it/scarto-o-ritardatario.aspx Wed, 13 Mar 2019 21:18:00 GMT
Quando il Pig Flow diventa una guida La teoria del Pig Flow, si basa su un metodo di lavoro che organizza, prevede e pianifica la regolare produzione in gruppi definiti degli spazi (definite sezioni) presenti in azienda (figura 1).

Cos'è il pig flow
Quindi se abbiamo una portata al parto di circa l'85%, ed ho 50 gabbie parto/settimana da riempire, il calcolo che devo fare per sapere quante scrofe fecondare è alquanto semplice cioè 50:0.85= 58,8, quindi 59 scrofe. Tenuto conto poi che ci vuole un minimo di tolleranza, diciamo un 5% in più ed in meno, il tecnico della gestazione deve inseminare settimanalmente dalle 56 alle 62 scrofe. In questo modo dovrei avere da 48 a 53 parti che, moltiplicati per 11 suinetti svezzati/parto, porterebbero dai 528 ai 583 svezzati/banda che è l'obiettivo finale dell'operazione.
Tuttavia, oltre al numero degli svezzati dobbiamo inserire anche il concetto del peso allo svezzamento! L'obiettivo, decisamente ambizioso, è quello di arrivare a 8kg per suinetto svezzato, quindi 11x8=88kg di carne svezzati per gabbia parto/parto.
Ecco che allora avere circa un 10% di scrofe gravide in più, diventa veramente utile, quindi rispetto alle nostre 50 gabbie parto, dovremo avere 55/56 scrofe gravide. Dove piazzare quest'esubero di scrofe gravide? Dato che devo guardare anche il peso dello svezzato, non posso andare a svezzare i fioroni della settimana precedente, perché è molto probabile che non abbiano raggiunto il peso richiesto, allora il suggerimento è quello di lavorare sulle scrofe. Così le 5/6 scrofe gravide in più della banda, andranno a prendere il posto di 5/6 scrofe della stessa banda, ma che hanno partorito da 2-3 giorni Le covate di queste ultime scrofe saranno ripartite sulle altre della stessa banda che stanno partorendo, portandole addirittura a 13-14 suinetti, almeno per i primi giorni, o ancora meglio andando a sostituire quei soggetti che, quasi certamente, non saranno in grado di raggiungere l'obiettivo del peso allo svezzamento richiesto. Relativamente a questi ultimi, quasi sempre i sottopeso, il loro destino potrebbe essere quello dell'allattamento artificiale, in grado di creare qualche kg in più sul totale della svezzata, anche se ad un costo decisamente maggiore ma che, ripartendosi sul numero totale dei suinetti svezzati, diventa comunque interessante.
Per quanto riguarda le scrofe che hanno già partorito da 2-3 giorni, cioè quelle che vengono rimpiazzate, il destino può essere triplice: o vengono svezzate e direttamente riformate, o vengono svezzate e rimangono in attesa di copertura (saltando anche un ciclo), oppure, e qui arriviamo al "baliaggio da puristi del Pig Flow" (figura 2), vanno a sostituire scrofe lattanti di una o due settimane di lattazione che si trovano in difficoltà o che sono già destinate alla riforma. A causa della considerevole pianificazione manageriale richiesta, il presente sistema di adozione è, senza ombra di dubbio, inseribile fra i baliaggi sistematici. Ecco che allora diviene possibile, anzi auspicabile, alzare il teorico delle coperture di circa un 10%, così da lavorare con quel margine di sicurezza in più che tanto piace agli allevatori.

Pig flow: la rotazione delle scrofe e dei suinetti


Dott. Claudio Mazzoni
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https://suivet.it/quando-il-pig-flow-diventa-una-guida.aspx mazzoni@suivet.it (Dott. Claudio Mazzoni) https://suivet.it/quando-il-pig-flow-diventa-una-guida.aspx https://suivet.it/quando-il-pig-flow-diventa-una-guida.aspx Mon, 30 Dec 2013 07:26:00 GMT