Maternità - Ultimi articoli inseriti https://suivet.it/maternita.aspx http://www.rssboard.org/rss-specification mojoPortal Blog Module it-IT 120 no PROGETTO REPROPANEL: monitoraggio statistico della produttività aziendale (Dott.ssa Giusy Romano)

Il progetto Repropanel nasce come strumento per andare incontro alle esigenze dell’allevatore, che spesso non dispone del tempo necessario per analizzare i propri dati aziendali.  Gli allevamenti di tutta Italia, qualsiasi sia la loro dimensione, possono entrare a far parte del Repropanel facendone semplice richiesta all’interno del sito della Suivet (via email contattando repropanel@suivet.it oppure registrandosi su servizi.suivet.it/registrazione). In questo modo gli allevatori potranno confrontare l’andamento produttivo del proprio allevamento con l’andamento medio ricavato dagli allevamenti aderenti al progetto, il tutto gestito nel più rigoroso anonimato.

Il progetto Repropanel conta, dal 2012 ad oggi, la partecipazione di 49 allevamenti, per un totale di circa 58.900 scrofe. Il programma, a cui è possibile accedere tramite il sito https://servizi.suivet.it/, contiene dati che vengono aggiornati con cadenza trimestrale, tenendo conto che la raccolta di un trimestre può essere effettuata passati 6 mesi dal termine dello stesso (per esempio i dati del 1° trimestre, Gennaio-Febbraio-Marzo, possono essere raccolti a partire dal mese di Settembre e così via). La raccolta viene eseguita partendo dai software già presenti in azienda e prevede la compilazione di una semplice scheda riepilogativa. È stato constatato che il software aziendale più utilizzato è Isaporc (75%), seguito rispettivamente da HPA (14,6%), Farmer (6,3%) e FARM (2,1%).

Gli allevamenti aderenti al progetto possiedono da meno di 500 scrofe a più di 2500 e, per semplicità, le dimensioni delle scrofaie sono state suddivise in quattro categorie: 0-500 (I), 501-1500 (II), 1501-2500 (III), > 2500 (IV). La maggior parte degli allevamenti rientra nella categoria II (66,7%), mentre al secondo posto vi sono le scrofaie della categoria I (14,6%), seguite dalle scrofaie della III (12,5%) e IV (6,3%) categoria.

La principale regione di provenienza è il Veneto (29,2%), mentre un minor numero di allevamenti risiede in Emilia-Romagna (16,7%), in Lombardia (14,6%), in Friuli Venezia-Giulia (6,3%). La restante parte è rappresentata da aziende dislocate su tutto il territorio nazionale (31,2%) che hanno preferito non fornire questa indicazione.

Allo stato attuale, per permettere un controllo sulla veridicità del dato raccolto ed evitarne una sua manipolazione, Suivet snc, ha messo a disposizione un referente preposto al caricamento dei dati stessi sul sito. Sarà il veterinario aziendale che, in sinergia con l’allevatore, fornirà i dati al referente, ricevendo in cambio un nome utente e una password che permetteranno una navigazione privata all’interno del sito. Nella propria area riservata saranno visibili i parametri elencati in Tabella 1 e sarà possibile visualizzare i propri dati aziendali in modo assolutamente anonimo e riservato.

Il programma (Figura 1) offre una serie di filtri di ricerca dei parametri desiderati: i filtri obbligatori sono il tipo di dato e il range temporale, mentre quelli opzionali riguardano le dimensioni, la regione dove sono situate le scrofaie ed il software da esse utilizzato. Una volta inseriti i dati sarà possibile avviare la ricerca, oltre a poter scaricare in formato Excel o stampare direttamente il grafico e la tabella relativi alla ricerca eseguita. Infine, è possibile decidere di visualizzare, insieme ai dati generali, anche i dati del proprio allevamento in modo da avere un paragone immediato.

 

Figura 1. Funzioni di ricerca di Repropanel

Una volta avviata la ricerca sarà possibile visualizzare le statistiche, che si compongono di un grafico e di una tabella (Figura 2). Il grafico riporta l’andamento medio del dato richiesto (linea rossa) e, se è stato specificato il proprio allevamento, l’andamento di quest’ultimo (linea blu). Sono inoltre riportati gli andamenti del 25% superiore (SUP) e del 25% inferiore (INF) e la deviazione standard, ovvero l’indice di quanto il dato si discosta dalla media. Gli stessi dati sono riportati anche in tabella in forma numerica, in modo da avere un riscontro “quantificabile” oltre che visivo.

Figura 2. Grafico e tabella (qui visibile in parte) relativi alla ricerca effettuata

Per avere un’idea dell’andamento produttivo medio italiano, avvalendosi dei soli 49 allevamenti aderenti al progetto, proponiamo una tabella (Tabella 1) in cui viene fornita una breve descrizione, l’andamento medio, il SUP e l’INF di ogni parametro considerato nel Repropanel, prendendo come riferimento il periodo di tempo compreso tra il 2012 e il 2016. Non mostreremo i grafici per una questione di praticità, ma sono tutti facilmente consultabili all’interno della propria area riservata nel Repropanel.

 

Parametri produttivi Descrizione SUP Media INF
Numero di scrofe in produzione Tutte le scrofe all’interno del periodo produttivo (gravide, lattanti o all’interno dell’ISE).  >1500 1000 500
Mortalità nelle scrofe (%) Numero di scrofe morte/anno sul numero di scrofe presenti/anno (x 100). Accettabile: 3,9%.  5-6 2,5  0,5
ISE (gg) Numero di giorni tra lo svezzamento della scrofa e il primo giorno di comparsa del riflesso di immobilità. Ideale: 5 gg.  8-9 7 5
ISCU (gg) Numero di giorni necessari affinché una scrofa rimanga gravida dopo lo svezzamento. È dato dalla media dell’ISE e dalla media dei giorni improduttivi causati da riassorbimenti embrionali, aborti e mortalità.  16-24 10-16 5-10
Portata al parto (%) Numero di scrofe che partoriscono in un intervallo di tempo diviso il numero di inseminazioni effettuate nello stesso intervallo (x 100). Ideale: 85%. Valore limite: 80%.  90 80-86 70
Giorni di interparto (gg) Tempo che intercorre tra un parto e il successivo. Può essere teorico (gestazione +lattazione + ISE) o reale (gestazione + lattazione + ISCU).  160 150-155 145
Durata della gravidanza (gg) È ancora valida la regola dei 3 (3 mesi, 3 settimane, 3 giorni = 114 giorni), ma negli ultimi anni tale periodo sembra essere aumentato. Possono influire sia la genetica che i fattori aziendali.  117 115-116 114
Numero di parti/scrofa/anno Numero di volte nel quale una scrofa partorisce in 365 giorni. Tale indice dipende dall’interparto. Accettabile: 2,3 parti.  2,6 2,4 2,2
Numero nati totali/parto Numero totale di suinetti nati, sia vivi che morti, esclusi i mummificati.  15 14 12
Numero nati vivi/parto Numero di suinetti nati vivi esclusi i nati morti e i mummificati. Tale indice dipende dall’età di copertura, il peso e la genetica.  14 13 12
Numero nati vivi/scrofa/anno Numero totale dei nati vivi diviso la media delle scrofe produttive nello stesso anno  33,6 29-30 26
Numero svezzati/parto Numero di suinetti rimasti vivi al momento dello svezzamento, escludendo quindi i morti in lattazione.  12 11,3 10
Numero svezzati/scrofa/anno Numero dei suinetti svezzati annualmente diviso per il numero medio di scrofe presenti al momento della copertura.  29 27 24
Età di svezzamento Periodo che va dal parto allo svezzamento dei suinetti. È dato dalla somma dei giorni totali di lattazione diviso il numero totale di scrofe svezzate in quel periodo  26-28 25 22-23
Numero morti/parto (%) Numero totale dei nati morti diviso il numero totale dei nati. Ideale: ≤ 5%. Valore limite: 10%.  10,5 6-8 3,5
Numero morti in lattazione (%) È legato a diversi fattori: inedia (50%), schiacciamento (40%) e patologie (10%). È calcolato partendo solo dai nati vivi. Accettabile: 8-12% (15% nelle razze iperprolifiche)  20 12 6-8

Tabella 1. Breve descrizione, SUP (25% superiore), media e INF (25% inferiore) di tutti i parametri presenti all’interno del Repropanel, prendendo come riferimento 5 anni (dal 2012 al 2016).

Come prima curiosità legata ad una valutazione nel loro insieme dei numerosi dati raccolti durante questi cinque anni, possiamo affermare che si assiste ad una diminuzione, seppur piccola, dei nati totali, dei nati vivi per parto e dei nati vivi/scrofa/anno in corrispondenza del quarto trimestre, che sembra essere quindi uno dei periodi più delicati dell’anno. La spiegazione a questo fenomeno risiede nella Sindrome dell’Infertilità Stagionale (SIS), suddivisa nella Sindrome dell’Infertilità Estiva (SIE) e nella sua successiva evoluzione autunnale la Sindrome degli Aborti Autunnali (SAA). In effetti nulla di nuovo, a vedere i dati della bibliografia internazionale, ma vederlo confermato anche nel contesto dei dati del Repro Panel nazionale, fa un certo effetto. Questa considerazione è verificabile osservando i grafici relativi ai parametri sopra citati con grande chiarezza.

 

Il progetto Repropanel si propone di stimolare l’allevatore a valutare in modo critico il proprio andamento produttivo, confrontandosi, in maniera del tutto anonima, con molti altri allevamenti e colleghi italiani, con la possibilità di percepire appieno il proprio margine di miglioramento. La presenza di un numero sempre maggiore di allevamenti potrebbe consentire al progetto di assumere di volta in volta un valore aggiuntivo, potendo proporre una media sempre più vicina alla realtà nazionale.

A completamento dell'articolo aggiungiamo le slides della presentazione tenuta dal Dott. Francesco Tonon durante SIPAS 2018.

 


Dott.ssa Giusy Romano
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https://suivet.it/progetto-repropanel-monitoraggio-statistico-della-produttività-aziendale.aspx romano@suivet.it (Dott.ssa Giusy Romano) https://suivet.it/progetto-repropanel-monitoraggio-statistico-della-produttività-aziendale.aspx https://suivet.it/progetto-repropanel-monitoraggio-statistico-della-produttività-aziendale.aspx Fri, 13 Jul 2018 15:41:00 GMT
Svezzamento a 21 oppure a 28 giorni? L’età allo svezzamento deve essere sempre considerata con grande attenzione in funzione delle strategie aziendali sia che si parli di cicli chiusi che di venditori di lattoni. Effettivamente il passaggio da una lattazione a 3 ad una a 4 settimane determina un maggior peso dei suinetti allo svezzamento, stimato fra 1,5 e 2,5 kg/capo in più, che si riflette in migliori performances produttive e sanitarie nella fase di post-svezzamento oltre a consentire l’impiego di mangimi meno costosi nella fase di avvio. Tuttavia l’allungamento della lattazione determina un allungamento dell’interparto con conseguente riduzione del numero dei parti/scrofa/anno e quindi meno svezzati/anno. Oggi però vorrei fornirvi alcuni spunti volti ad eliminare quel malsano pessimismo che vuole lo svezzamento a 28 giorni meno “efficiente” dello svezzamento a 21 da un punto di vista zootecnico.

Per fare questo mi sono avvalso del contributo di alcuni calcoli elaborati in collaborazione con il Dott. Tonon Francesco, che ringrazio sin d’ora della sempre disponibile collaborazione.

Per poter meglio sviluppare il ragionamento è bene confrontare l’interparto teorico che le scrofe affrontano a seconda che allattino per 21 o 28 giorni. Partiamo quindi dall’intervallo svezzamento calore di 5 giorni, vi aggiungiamo la gestazione di 114 giorni e infine sommiamo la lattazione di 21 o 28 giorni per l'appunto. L’interparto teorico finale risulta di 140 giorni nel primo e 147 giorni nel secondo caso. Questi 7 giorni di differenza, che in un primo momento possono sembrare poca cosa, si rivelano più importanti nel momento in cui si proceda al calcolo dei parti scrofa anno, ovvero 365:140 o 147. Nel primo caso avremo 2.60 mentre nel secondo 2.48. A questo punto la differenza si rende più palpabile e, moltiplicando tale valore per il numero di svezzati per parto, avremo la reale percezione della distanza esistente fra i due sistemi. Indichiamo in 11 i suinetti svezzati per parto. Allora dai calcoli finora svolti, avremo, che svezzando a 21 giorni, la produzione di suinetti svezzati per scrofa per anno sarà di 28.6 (2.60X11), mentre nel caso della lattazione a 28 giorni ne produrremo 27.3 (2.48X1). Così facendo la differenza di 1.3 suinetti risulta certamente molto importante e tendere ad aumentare all’aumentare degli svezzati per parto.

Questi sono i calcoli teorici su cui si basa la gran parte della teoria di chi sostiene il vantaggio di una lattazione a 21 rispetto ai 28 giorni. Sotto il profilo matematico la teoria non fa una piega, ma è veramente così? O meglio non è che per caso da questo calcolo sfuggono delle variabili legate alla fisiologia dell’animale e che sarebbe bene considerare? In effetti alcuni autorevoli fisiologi della riproduzione hanno sottolineato che una lattazione di 28 giorni permette una migliore preparazione dell’apparato genitale della scrofa alla gestazione successiva, più di quanto non accada con una lattazione di 21 giorni, tanto da permettere un sensibile aumento della natalità al parto successivo. È stato addirittura stimato che per ogni giorno di lattazione sotto i 28, ci sia un calo della natalità totale di 0.1 suinetti al parto seguente. Quindi chi svezza a 21 produrrebbe circa 0.7 suinetti nati vivi per parto di chi svezza a 28... però!

Per valutare la veridicità o meno di queste conclusioni, c’è chi si è preso la briga di indagare sui numeri di alcune realtà italiane. Precisamente sono state messe a confronto le natalità (totali e vivi) di 12 aziende, rappresentative di 10.000 scrofe. I risultati sono riportati nel grafico 1 dove si evince facilmente che in quelle aziende abituate a svezzare a 28 giorni, la natalità totale è di 0,53 suinetti per parto in più rispetto alle aziende in cui lo svezzamento è a 21 giorni (12.60 contro 12.05). Chiaramente anche i nati vivi risentono di questo miglioramento, sono infatti 0.53 in più (11.84 contro 11.31).

A questo punto possiamo aggiornare i nostri calcoli alla luce dei nuovi dati forniti. Per dare più veridicità al nostro esempio, introduciamo però la variabilità “mortalità in lattazione” da sottrarre, anche se in maniera empirica, ai nati vivi. Stimiamola, per semplicità, attorno al 10%, anche se molte sarebbero le variabili da considerare, tuttavia, solo ai fini dell’esempio, vediamo cosa succede.

Con una lattazione di 21 giorni abbiamo visto che in teoria potrebbero esserci 2.60 parti per scrofa per anno, moltiplicando tale valore per gli svezzati per parto del nostro esempio, 10.17 (11.31-10%), otteniamo 26.44 svezzati per scrofa per anno. Mentre nel caso della lattazione a 28 giorni, avremo 2.48 parti per scrofa per anno per 10.65 (11.84-10%) avremo 26.41 svezzati per scrofa per anno. Sviluppandosi così le cose, la differenza fra i due sistemi diventa veramente irrisoria e comunque certamente non paragonabile a quella vista senza tenere in conto della fisiologia della scrofa.

Mi preme inoltre far notare che il Decreto Legislativo n. 53 del 20 febbraio 2004, che stabilisce le “norme minime per la protezione dei suini", rende obbligatorio lo svezzamento dei suinetti di 28 giorni di vita, ma vorrei anche sottolineare che alla luce di quello che abbiamo sinora detto, la cosa non dovrebbe rappresentare un problema anzi……. ma si sa, tutto quello che è obbligatorio ci infastidisce per principio.


Tonon et al., SIPAS 2005

 


Dott. Claudio Mazzoni
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https://suivet.it/svezzamento-a-21-oppure-a-28-giorni.aspx mazzoni@suivet.it (Dott. Claudio Mazzoni) https://suivet.it/svezzamento-a-21-oppure-a-28-giorni.aspx https://suivet.it/svezzamento-a-21-oppure-a-28-giorni.aspx Mon, 09 Jan 2017 16:50:00 GMT