SUIVET

Suinicoltura + Suinicultura

Durante l’attività di assistenza al parto, una delle attività che maggiormente contribuisce a dare soddisfazione all’operatore, oltre che a dare reddito all’impresa, è quella del salvataggio dei suinetti neonati. Alcuni studi, hanno messo in evidenza che l'involontaria scelta del suinetto su che lato della scrofa dirigersi subito dopo il parto può contribuire notevolmente alla sua sopravvivenza.
In effetti è ben noto lo sbalzo termico che deve sopportare il nascituro, fra l’interno dell’ambiente uterino e l’esterno, ovvero l’ambiente della sala parto. Ecco che allora se il suinetto si dirige subito verso la mammella, fonte di nutrimento e calore, può fare la differenza rispetto alla scelta opposta, ovvero dirigersi verso la schiena della madre, dove il raffreddamento è più veloce e probabile. I rischi di questa attività “migratoria” del neonato, sono ben rappresentati dalla grafica seguente (Tarocco 2004), dove si possono osservare le zone di maggior pericolo e quelle legate al percorso ideale che il suinetto dovrebbe compiere nelle prime ore di vita.

Infografica sui possibili percorsi del suinetto subito dopo la nascita e relativo pericolo di raffreddamento (Rif. Tarocco 2004)

In una normale giornata di assistenza al parto, è inoltre molto semplice trovare una situazione come quella descritta nella foto di seguito. Un suinetto, anche di bella taglia, si è spostato troppo verso un angolo della gabbia parto e pur trovandosi dal giusto lato della madre si è messo nella tipica posizione raggruppata sotto di sé, manifestando una evidente ricerca di calore.

Esempio di suinetto infreddolito

Quindi, ancora una volta, l’uomo può fare la differenza! Infatti la soluzione è molto semplice, bisogna trasferire il suinetto dal lato giusto della madre, o in una posizione meno rischiosa e termicamente più confortevole.

Ricordiamoci che se per noi questo trasferimento richiede davvero un piccolo sforzo, per il suinetto rappresenta una vera e propria migrazione. Particolarmente importante è, in questo caso, il notevole dispendio di energia che così non può essere destinata alla ricerca ed alla competizione per il colostro. Ecco il perché del “piccola distanza per noi grande distanza per loro”.