I trucchi in allevamento - Ultimi articoli inseriti https://suivet.it/trucchi-in-allevamento.aspx http://www.rssboard.org/rss-specification mojoPortal Blog Module it-IT 120 no Cibo ad libitum!!! L’alimentazione della scrofa in sala parto è ormai universalmente riconosciuto come uno dei primissimi fattori di successo riproduttivo in una scrofaia.

Infatti, se la scrofa si alimenta in maniera quantitativamente adeguata in sala parto (a parità di qualità dell’alimento), si hanno i seguenti benefici:

- Minor calo ponderale della scrofa in lattazione,

-Adeguato intervallo svezzamento-estro,

-Ottimale venuta in calore e concepimento,

-Ottimale prolificità nella gravidanza successiva,

-Elevata produzione di latte,

-Ottimale peso della figliata allo svezzamento

 

Se poi le scrofe allevate sono ibridi moderni a basso deposito di grasso, i predetti benefici sono ancora più evidenti. Si pensi alle piaghe da decubito (ulcere della spalla) negli animali che arrivano al parto troppo magri, o che non assumono alimento sufficiente durante la lattazione.

Una sottoalimentazione porta ad avere esattamente l’opposto dei benefici sopra descritti.

Ma non è facile alimentare adeguatamente le scrofe, c’è la variabilità individuale del peso (magre e grasse), della capacità di ingestione (secco o umido), della forma della mangiatoia, ecc…

Poi dipende dalla modalità di somministrazione (manuale o computerizzata), dalla forma fisica dell’alimento (secco o umido, farina o pellet) e dal numero dei pasti nelle 24 ore.

In definitiva, il sistema ideale dovrebbe consentire alle scrofe (ad esclusione di quelle troppo grasse) di assumere un alimento fresco ad libitum, senza che rimanga in mangiatoia a fermentare.

Ed ecco cosa si è inventato questo allevatore, che è passato da un sistema di somministrazione manuale in mangiatoia ad un sistema manuale di carico del mangime nel “distributore alla mangiatoia”.

Innanzitutto è stato tolto il succhiotto presente sulla mangiatoia, sostituito da una tazza di abbeverata sul pavimento della gabbia, tale da servire sia alla scrofa che ai suinetti (che “copiano” la madre).

E’ stato fissato un tubo quadrato al cancello della gabbia parto, che si inserisce nella fessura della mangiatoia e ha lo scopo di contenere il collettore di discesa del mangime.

Il collettore del mangime, nella parte alta è collegato ad un imbuto che contiene l’alimento somministrato manualmente dall’allevatore.

Nella parte bassa il collettore è stato tagliato diagonalmente, con inclinazione della superficie di taglio pari all’inclinazione del fondo della mangiatoia.

Tra il fondo della mangiatoia e la superficie di taglio, viene lasciato uno spazio di qualche centimetro, tale da permettere la fuoriuscita del mangime,

L’alimentazione della scrofa in sala parto è ormai universalmente riconosciuto come uno dei primissimi fattori di successo riproduttivo in una scrofaia.

Infatti, se la scrofa si alimenta in maniera quantitativamente adeguata in sala parto (a parità di qualità dell’alimento), si hanno i seguenti benefici:

·         Minor calo ponderale della scrofa in lattazione,

·         Adeguato intervallo svezzamento-estro,

·         Ottimale venuta in calore e concepimento,

·         Ottimale prolificità nella gravidanza successiva,

·         Elevata produzione di latte,

·         Ottimale peso della figliata allo svezzamento

 

Se poi le scrofe allevate sono ibridi moderni a basso deposito di grasso, i predetti benefici sono ancora più evidenti. Si pensi alle piaghe da decubito (ulcere della spalla) negli animali che arrivano al parto troppo magri, o che non assumono alimento sufficiente durante la lattazione.

Una sottoalimentazione porta ad avere esattamente l’opposto dei benefici sopra descritti.

Ma non è facile alimentare adeguatamente le scrofe, c’è la variabilità individuale del peso (magre e grasse), della capacità di ingestione (secco o umido), della forma della mangiatoia, ecc…

Poi dipende dalla modalità di somministrazione (manuale o computerizzata), dalla forma fisica dell’alimento (secco o umido, farina o pellet) e dal numero dei pasti nelle 24 ore.

In definitiva, il sistema ideale dovrebbe consentire alle scrofe (ad esclusione di quelle troppo grasse) di assumere un alimento fresco ad libitum, senza che rimanga in mangiatoia a fermentare.

Ed ecco cosa si è inventato questo allevatore, che è passato da un sistema di somministrazione manuale in mangiatoia ad un sistema manuale di carico del mangime nel “distributore alla mangiatoia”.

Innanzitutto è stato tolto il succhiotto presente sulla mangiatoia, sostituito da una tazza di abbeverata sul pavimento della gabbia, tale da servire sia alla scrofa che ai suinetti (che “copiano” la madre).

E’ stato fissato un tubo quadrato al cancello della gabbia parto, che si inserisce nella fessura della mangiatoia e ha lo scopo di contenere il collettore di discesa del mangime.

Il collettore del mangime, nella parte alta è collegato ad un imbuto che contiene l’alimento somministrato manualmente dall’allevatore.

Nella parte bassa il collettore è stato tagliato diagonalmente, con inclinazione della superficie di taglio pari all’inclinazione del fondo della mangiatoia.

Tra il fondo della mangiatoia e la superficie di taglio, viene lasciato uno spazio di qualche centimetro, tale da permettere la fuoriuscita del mangime.

 

La scrofa, durante l’alimentazione, col naso e con la lingua asporta progressivamente il mangime dal collettore, dal quale continua a scendere-uscire a richiesta.

Questo allevatore preferisce distribuire il mangime a mano, per un maggior controllo sull’assunzione o eventuali sprechi, ma potrebbe facilmente essere automatizzato con una catena di distribuzione.

Attenzione: il mangime DEVE essere pellettato. Il sistema non funzionerebbe con alimento sfarinato.


Dott. Francesco Tonon
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https://suivet.it/cibo-ad-libitum.aspx tonon@suivet.it (Dott. Francesco Tonon) https://suivet.it/cibo-ad-libitum.aspx https://suivet.it/cibo-ad-libitum.aspx Wed, 20 Jul 2022 08:58:00 GMT
Cibo a volontà!!! L’alimentazione della scrofa in sala parto è ormai universalmente riconosciuto come uno dei primissimi fattori di successo riproduttivo in una scrofaia.

Infatti, se la scrofa si alimenta in maniera quantitativamente adeguata in sala parto (a parità di qualità dell’alimento), si hanno i seguenti benefici:

- Minor calo ponderale della scrofa in lattazione,

-Adeguato intervallo svezzamento-estro,

-Ottimale venuta in calore e concepimento,

-Ottimale prolificità nella gravidanza successiva,

-Elevata produzione di latte,

-Ottimale peso della figliata allo svezzamento

 

Se poi le scrofe allevate sono ibridi moderni a basso deposito di grasso, i predetti benefici sono ancora più evidenti. Si pensi alle piaghe da decubito (ulcere della spalla) negli animali che arrivano al parto troppo magri, o che non assumono alimento sufficiente durante la lattazione.

Una sottoalimentazione porta ad avere esattamente l’opposto dei benefici sopra descritti.

Ma non è facile alimentare adeguatamente le scrofe, c’è la variabilità individuale del peso (magre e grasse), della capacità di ingestione (secco o umido), della forma della mangiatoia, ecc…

Poi dipende dalla modalità di somministrazione (manuale o computerizzata), dalla forma fisica dell’alimento (secco o umido, farina o pellet) e dal numero dei pasti nelle 24 ore.

In definitiva, il sistema ideale dovrebbe consentire alle scrofe (ad esclusione di quelle troppo grasse) di assumere un alimento fresco ad libitum, senza che rimanga in mangiatoia a fermentare.

Ed ecco cosa si è inventato questo allevatore, che è passato da un sistema di somministrazione manuale in mangiatoia ad un sistema manuale di carico del mangime nel “distributore alla mangiatoia”.

Innanzitutto è stato tolto il succhiotto presente sulla mangiatoia, sostituito da una tazza di abbeverata sul pavimento della gabbia, tale da servire sia alla scrofa che ai suinetti (che “copiano” la madre).

E’ stato fissato un tubo quadrato al cancello della gabbia parto, che si inserisce nella fessura della mangiatoia e ha lo scopo di contenere il collettore di discesa del mangime.

Il collettore del mangime, nella parte alta è collegato ad un imbuto che contiene l’alimento somministrato manualmente dall’allevatore.

Nella parte bassa il collettore è stato tagliato diagonalmente, con inclinazione della superficie di taglio pari all’inclinazione del fondo della mangiatoia.

Tra il fondo della mangiatoia e la superficie di taglio, viene lasciato uno spazio di qualche centimetro, tale da permettere la fuoriuscita del mangime,

L’alimentazione della scrofa in sala parto è ormai universalmente riconosciuto come uno dei primissimi fattori di successo riproduttivo in una scrofaia.

Infatti, se la scrofa si alimenta in maniera quantitativamente adeguata in sala parto (a parità di qualità dell’alimento), si hanno i seguenti benefici:

·         Minor calo ponderale della scrofa in lattazione,

·         Adeguato intervallo svezzamento-estro,

·         Ottimale venuta in calore e concepimento,

·         Ottimale prolificità nella gravidanza successiva,

·         Elevata produzione di latte,

·         Ottimale peso della figliata allo svezzamento

 

Se poi le scrofe allevate sono ibridi moderni a basso deposito di grasso, i predetti benefici sono ancora più evidenti. Si pensi alle piaghe da decubito (ulcere della spalla) negli animali che arrivano al parto troppo magri, o che non assumono alimento sufficiente durante la lattazione.

Una sottoalimentazione porta ad avere esattamente l’opposto dei benefici sopra descritti.

Ma non è facile alimentare adeguatamente le scrofe, c’è la variabilità individuale del peso (magre e grasse), della capacità di ingestione (secco o umido), della forma della mangiatoia, ecc…

Poi dipende dalla modalità di somministrazione (manuale o computerizzata), dalla forma fisica dell’alimento (secco o umido, farina o pellet) e dal numero dei pasti nelle 24 ore.

In definitiva, il sistema ideale dovrebbe consentire alle scrofe (ad esclusione di quelle troppo grasse) di assumere un alimento fresco ad libitum, senza che rimanga in mangiatoia a fermentare.

Ed ecco cosa si è inventato questo allevatore, che è passato da un sistema di somministrazione manuale in mangiatoia ad un sistema manuale di carico del mangime nel “distributore alla mangiatoia”.

Innanzitutto è stato tolto il succhiotto presente sulla mangiatoia, sostituito da una tazza di abbeverata sul pavimento della gabbia, tale da servire sia alla scrofa che ai suinetti (che “copiano” la madre).

E’ stato fissato un tubo quadrato al cancello della gabbia parto, che si inserisce nella fessura della mangiatoia e ha lo scopo di contenere il collettore di discesa del mangime.

Il collettore del mangime, nella parte alta è collegato ad un imbuto che contiene l’alimento somministrato manualmente dall’allevatore.

Nella parte bassa il collettore è stato tagliato diagonalmente, con inclinazione della superficie di taglio pari all’inclinazione del fondo della mangiatoia.

Tra il fondo della mangiatoia e la superficie di taglio, viene lasciato uno spazio di qualche centimetro, tale da permettere la fuoriuscita del mangime.

 

La scrofa, durante l’alimentazione, col naso e con la lingua asporta progressivamente il mangime dal collettore, dal quale continua a scendere-uscire a richiesta.

Questo allevatore preferisce distribuire il mangime a mano, per un maggior controllo sull’assunzione o eventuali sprechi, ma potrebbe facilmente essere automatizzato con una catena di distribuzione.

Attenzione: il mangime DEVE essere pellettato. Il sistema non funzionerebbe con alimento sfarinato.


Dott. Francesco Tonon
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https://suivet.it/cibo-a-volonta.aspx tonon@suivet.it (Dott. Francesco Tonon) https://suivet.it/cibo-a-volonta.aspx https://suivet.it/cibo-a-volonta.aspx Wed, 20 Jul 2022 08:58:00 GMT
Con il tubo in cassetta... si lavora più in fretta Nella quasi totalità degli svezzamenti, l'alimentazione viene effettuata con mangime secco distribuito in mangiatoie cosiddette "a cassetta".
Questi contenitori di mangime in farina o pellet devono avere un fronte di accesso adeguato al numero di capi presenti, ed allo stesso tempo un'esposizione dell'alimento accessibile anche ai suinetti più piccoli.
Infatti, nei primi giorni dopo lo svezzamento, i suinetti passano da un'assunzione liquida (latte della madre) ad una solida, mangiano poco, e se l'alimento è contenuto in una mangiatoia troppo alta, o mal conformata, faticano ad assumerne una quantità adeguata.
Inoltre, vengono somministrati più tipologie di mangime in pochi giorni: si inizia con qualche giorno di alimentazione con lo stesso alimento utilizzato in gabbia parto, per passare ad una prima fase per 1-3 settimane, secondo la formulazione e l'obbiettivo di accrescimento, ecc...

Questi mangimi devono essere appetibili per attirare il suinetto affamato, molto "tecnologici" e di conseguenza anche costosi. L'assunzione però è limitata, avendo la funzione di aiutare il suinetto a nutrirsi e a condizionare il suo organismo ad un'adeguata induzione enzimatica indispensabile per la digestione delle materie prime ingerite.
E' perciò importante la somministrazione frequente durante la giornata, allo scopo di apportare alimento sempre fresco ed appetibile.
Questo apporto deve necessariamente essere fatto dall'uomo nei primissimi giorni, e successivamente può essere delegato alle attrezzature (solitamente la catena di distribuzione che porta il mangime in mangiatoia direttamente dal silos di stoccaggio).

In queste foto, un allevatore ha escogitato una soluzione per riempire due mangiatoie contemporaneamente risparmiando tempo e spreco.
Un tubo in plastica tagliato longitudinalmente, e con gli opportuni incastri per le mangiatoie, è posto a cavallo di due mangiatoie contigue di due box adiacenti.
Con un secchio, prende il mangime dal carrello nel corridoio di servizio, e lo rovescia sul tubo, che lo fa cadere contemporaneamente sulle due mangiatoie. Molto meglio che non dover rifornire le mangiatoie singole.

Tubo in cassetta 01 Tubo in cassetta 02 Tubo in cassetta 03 Tubo in cassetta 04 Tubo in cassetta 05 Tubo in cassetta 06


Dott. Francesco Tonon
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https://suivet.it/con-il-tubo-in-cassetta-si-lavora-più-in-fretta.aspx tonon@suivet.it (Dott. Francesco Tonon) https://suivet.it/con-il-tubo-in-cassetta-si-lavora-più-in-fretta.aspx https://suivet.it/con-il-tubo-in-cassetta-si-lavora-più-in-fretta.aspx Tue, 13 Jun 2017 20:39:00 GMT
Se la paglia non vuoi sprecare… una molla ti può aiutare!

Questo articolo è collegato a quello presentato a Marzo 2014, nella quale è stata illustrata una tramoggia per la paglia installata nei box delle scrofe in gravidanza

A tal proposito rimandiamo la lettura del precedente articolo, nel quale si possono reperire le citazioni della legge sul benessere animale (122/2011) che sottende al materiale manipolabile.
.

Dopo aver letto la precedente pubblicazione, a qualcuno è venuto in mente di provare questa tramoggia.

tramoggia_a_molle

   
Ha dapprima realizzato la tramoggia, poi  un sistema a molla che mantiene “pressata” la paglia sulla griglia, evitando (a suo dire) gli sprechi di paglia non finalizzata alla masticazione ed ingestione.
 

Nelle foto è visibile anche un altro "arrichimento ambientale", proprio dentro al truogolo: una palla di acciaio.
Ma come vedete, non desta interesse negli animali (se non nei momenti seguenti l'introduzione).
a differenza della paglia, che viene utilizzata continuamente.
 

tramoggia_a_molle   tramoggia_a_molle   tramoggia_a_molle    
Però le maglie della rete di acciaio della griglia sono un po' troppo strette, e rendono difficoltosa la prensione e l'asportazione.   tramoggia_a_molle   tramoggia_a_molle    
Anche la durezza della molla deve essere ancora"registrata": attualmente è ancora troppo forte.   tramoggia_a_molle   tramoggia_a_molle   tramoggia_a_molle

La tramoggia è stata realizzata "in doppio" per servire due box adiacenti, ed appoggiata ed incastrata nella transenna che divide il box.
Il posizionamento sopra il truogolo evita la caduta della paglia sul fessurato.

 

 


Dott. Francesco Tonon
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https://suivet.it/se-la-paglia-non-vuoi-sprecare…-una-molla-ti-può-aiutare.aspx tonon@suivet.it (Dott. Francesco Tonon) https://suivet.it/se-la-paglia-non-vuoi-sprecare…-una-molla-ti-può-aiutare.aspx https://suivet.it/se-la-paglia-non-vuoi-sprecare…-una-molla-ti-può-aiutare.aspx Fri, 30 Jan 2015 21:19:00 GMT
Se la broda più non va… passa al secco a volontà! Non vi è mai capitato, per qualche motivo, di dover riadattare o utilizzare un settore dell’allevamento per allevare i suini in una fase diversa da quella per la quale quell’ambiente era stato progettato?

Oppure di adottare un sistema di alimentazione diverso da quello inizialmente concepito per quel locale o fase di accrescimento?
Penso che la risposta per molti lettori sia affermativa.

Il caso più frequente è quello del cambio del sistema di alimentazione: con la gestione computerizzata dell’alimentazione a broda, molti allevatori hanno nel tempo sostituito alcune fasi di accrescimento inizialmente progettate con l’alimentazione a secco (a volontà), trasformandole in alimentazione a liquido (broda) razionato.

Molto raramente, come in questo caso, la trasformazione è stata fatta al contrario: da alimentazione liquida ad alimentazione a secco.
In questo caso l’allevatore ha deciso di destinare dei locali un tempo utilizzati per l’ingrasso, alla fase finale di accrescimento delle scrofette. tubo mangime secco Non volendo alimentarle a bagnato, ma a secco, ha ideato questo semplicissimo sistema di erogazione a secco, che permette di somministrare agli animali una razione a semi-volontà.

Un grosso tubo in PVC è stato posizionato e fissato in testa alla mangiatoia della broda esistente.

La parte inferiore rimane sollevata dal pavimento della mangiatoia di quel tanto da permettere ai suini di accedere al mangime in esso contenuto. tubo mangime secco tubo mangime secco tubo mangime secco tubo mangime secco
La parte superiore è collegata tramite una “calata” alla linea che trasporta il mangime dal silos.

Il tubo ha un determinato volume di contenimento, che l’allevatore conosce.

Alla mattina, viene acceso l’impianto di trasporto del mangime che riempie tutti i “tubi”.
Ad una certa ora del giorno l’impianto viene spento ed i suini continueranno a mangiare fino al consumo di tutto il contenuto del tubo.
  tubo mangime secco   tubo mangime secco tubo mangime secco tubo mangime secco       Lo possiamo chiamare un sistema a “semi-volontà” o “volontà-razionato” in quanto gli animali hanno a disposizione l’alimento solamente per un determinato numero di ore al giorno.
Dott. Francesco Tonon
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https://suivet.it/se-la-broda-più-non-va…-passa-al-secco-a-volontà.aspx tonon@suivet.it (Dott. Francesco Tonon) https://suivet.it/se-la-broda-più-non-va…-passa-al-secco-a-volontà.aspx https://suivet.it/se-la-broda-più-non-va…-passa-al-secco-a-volontà.aspx Mon, 29 Dec 2014 09:51:00 GMT
Un carrello al posto giusto… si lavora con più gusto! La ricerca scientifica (e la pratica di allevamento) afferma che la gestione dell’alimentazione della scrofa in lattazione  è uno dei principali fattori di successo di una scrofaia.
Gli ibridi moderni sono molto prolifici, con scarse riserve di grasso,  e ad elevata produzione di latte: se non correttamente alimentate durante la lattazione, le scrofe troppo magre allo svezzamento hanno difficoltà a rimanere gravide.
E’ quindi indispensabile fare in modo che la scrofa lattante  ingerisca giornalmente adeguate quantità di alimento.
Per aumentare l’ingestione giornaliera, è quindi indispensabile aumentare il numero di pasti: minimo 2, meglio 3… o più.
Ma distribuire molti pasti, se non affidati ad un sistema computerizzato, richiede tempo e manodopera. carrello mangime sala parto L’idea di questo allevatore è stata di installare una linea di distribuzione del mangime secco che passa in fondo al corridoio di ogni sala parto, dove staziona un piccolo carrello che viene mantenuto costantemente fornito di mangime.
    carrello mangime sala parto Sono stati realizzati dei carrelli da poter essere posizionati in ogni corridoio, anche i più stretti. carrello mangime sala parto carrello mangime sala parto carrello mangime sala parto carrello mangime sala parto   carrello mangime sala parto un lato del carrello è più basso per agevolare la presa dell'alimento con la sessola   carrello mangime sala parto carrello mangime sala parto carrello mangime sala parto                                         
L’addetto all’alimentazione non deve fare altro che entrare nella sala, prendere il carrello ed alimentare le scrofe, rimettendolo infine al suo posto.           Ogni sala ha il suo carrello, quindi si evita di dover girare con un carrello tra corridoi e sale, con dispendio di tempo ed energia. In questo modo, ogni qualvolta si entra in sala parto, si ha la possibilità di distribuire alimento alle scrofe che ne richiedono. 

 


Dott. Francesco Tonon
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https://suivet.it/un-carrello-al-posto-giusto…-si-lavora-con-più-gusto.aspx tonon@suivet.it (Dott. Francesco Tonon) https://suivet.it/un-carrello-al-posto-giusto…-si-lavora-con-più-gusto.aspx https://suivet.it/un-carrello-al-posto-giusto…-si-lavora-con-più-gusto.aspx Fri, 29 Aug 2014 20:18:00 GMT
Solo un box vuoi medicare? Ecco come lo puoi fare! I trattamenti per via orale sono ormai molto diffusi, e spesso sono la principale via di somministrazione di una terapia farmacologica.
Il motivo è semplice: quando si deve somministrare una terapia ad un grande numero di animali, è più semplice veicolare il farmaco con l’alimento che non iniettarlo nel singolo animale.
Però spesso si cade nell’abuso del farmaco. Infatti la Commissione Europea ha stabilito che il consumo di antibiotici in zootecnia deve essere ridotto del 25% in 5 anni, per ridurre il rischio di insorgenza di antibiotico-resistenza , che si potrebbe riflettere in medicina umana.

Cosa accade in un allevamento  quando un gruppo di animali si ammala?
Viene somministrata la terapia relativa alla patologia diagnosticata dal veterinario, utilizzando, se presente, l’impianto di somministrazione dell’alimento liquido (broda).
In questo caso, l’utilizzo dell’impianto per veicolare il farmaco ad un determinato gruppo, implica però una contaminazione dello stesso, con possibilità di somministrazione di tracce del farmaco al gruppo alimentato successivamente (se non previsto un buon sistema di lavaggio dell’impianto). Nel caso di contaminazione dell’alimento destinato ad animali a fine ciclo, può determinare residui nelle carni destinate al consumo, con le relative conseguenze.
  medicato in broda Ma ecco l’idea: la possibilità di somministrare il trattamento direttamente al singolo box, senza contaminare l’intera linea di preparazione-distribuzione. medicato in broda Nel  tubo che veicola l’alimento tra la linea di distribuzione ed il truogolo, viene installato un bracciale munito di una valvola a sfera, alla quale è collegato un piccolo “serbatoio” che contiene il farmaco (liquido) precedentemente preparato secondo il numero ed il peso dei capi all’interno del box. medicato in broda Quando l’operatore apre la valvola per la distribuzione della broda (non completamente, per non avere troppa pressione) apre contemporaneamente anche la valvola del farmaco. medicato in broda In questo modo, mentre il farmaco entra lentamente nella tubatura della broda, viene mescolato ad essa, e quindi distribuito nel truogolo, dove continua la miscelazione con la broda in arrivo. medicato in broda E’ un sistema molto semplice, pratico, che consente un utilizzo mirato del farmaco veterinario.
Dott. Francesco Tonon
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https://suivet.it/solo-un-box-vuoi-medicare-ecco-come-lo-puoi-fare.aspx tonon@suivet.it (Dott. Francesco Tonon) https://suivet.it/solo-un-box-vuoi-medicare-ecco-come-lo-puoi-fare.aspx https://suivet.it/solo-un-box-vuoi-medicare-ecco-come-lo-puoi-fare.aspx Wed, 20 Mar 2013 23:00:00 GMT
Con dell’acqua in mangiatoia… le scrofe mangiano con gioia! L’alimentazione della scrofa durante la lattazione può essere considerata, con le moderne genetiche, uno dei momenti più importanti per un produttivo proseguimento della carriera riproduttiva, sia per l’immediato riflesso sui suinetti lattanti che possono essere svezzati più pesanti, ma soprattutto per il risvolto sulla carriera riproduttiva successiva.  Numerose ricerche hanno dimostrato che una scrofa troppo magra presenta un intervallo svezzamento-calore più lungo, e più facilmente ritorna in calore dopo la fecondazione. Se poi dimagrisce oltre un livello “soglia”, spesso non riesce a ristabilire un normale stato di ingrassamento nonostante una sovralimentazione, ed è destinata alla riforma. A volte gli allevatori fanno saltare il calore a questi soggetti, aspettando l’estro successivo, per consentire loro di ristabilire migliori condizioni corporee per la gravidanza. Inoltre, le condizioni di queste scrofe portano ad un minor attecchimento embrionale, con conseguente diminuzione del numero dei nati Da queste premesse se ne ricava l’importanza di far ingerire la massima quantità di alimento in sala parto, obbiettivo spesso trascurato.
Ma non è un obbiettivo facilmente perseguibile: ci sono ibridi “geneticamente voraci”, ed in questo caso il problema è gia risolto, ma ci sono ibridi in cui la scrofa, fatica ad assumere quantità di alimento adeguate acqua in mangiatoia Ecco che allora la fantasia degli allevatori si scatena, per riuscire ad alimentare adeguatamente questi soggetti: la pellettatura, che consente una maggior ingestione per il maggior peso specifico rispetto allo sfarinato; l’aumento del numero dei pasti giornalieri, da due a tre o quattro; la somministrazione di alimento liquido, che obbliga la scrofa ad aumentare l’ingestione… acqua in mangiatoia Una delle pratiche più diffuse consiste nel bagnare l’alimento secco nella mangiatoia della scrofa, con i mezzi a disposizione: chi lo fa con un secchio, chi con un tubo in gomma, e chi realizza un semplicissimo impianto che fornisce l’acqua a tutte le scrofe della sala parto contemporaneamente acqua in mangiatoia Una linea principale in materiale plastico, comandata da una valvola posta all’esterno della sala parto, passa al di sopra delle mangiatoie delle scrofe; in corrispondenza di ogni mangiatoia è stato fissato alla linea principale (tramite un foro ed un po’ di colla appropriata) un tubicino sottile, che porta l’acqua alla mangiatoia, a cui è a sua volta fissato acqua in mangiatoia Ogni mangiatoia è stata precedentemente dotata di un foro di “troppo pieno” che limita la quantità d’acqua ad una quota prefissata. acqua in mangiatoia acqua in mangiatoia Prima di somministrare il pasto con gli appositi dosatori di mangime secco, l’allevatore, dal corridoio apre la valvola dell’acqua per qualche minuto, fino al raggiungimento del livello di troppo pieno in tutte le mangiatoie contemporaneamente. Obbiettivo raggiunto e tempo risparmiato!
Se il mangime un po’ lo bagno… si trasforma in un  guadagno! acqua in mangiatoia

 


Dott. Francesco Tonon
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Ad ogni scrofa la sua razione... se la sbarra è in posizione! La normative sul benessere animale obbliga l’allevatore ad alloggiare le scrofe in box a partire dalla quinta settimana di gravidanza fino ad una settimana prima del parto (già in vigore per i nuovi insediamenti, ed obbligatorio per tutti dal 2013). L’allevatore si troverà ad affrontare molte problematiche presenti prima dell’introduzione delle gabbie individuali. Tra i principali: le lotte per la gerarchia ed il razionamento individuale nella dinamica dell’alimentazione collettiva, sia essa a secco o liquida, a terra o in truogolo.
In effetti, l’introduzione della gabbia individuale fu dettata dall’esigenza di garantire l’ingestione della quantità di alimento idonea a ciascun soggetto, evitando così gli effetti deleteri della gerarchia. A chi già alleva le scrofe in gruppo è noto come i soggetti più forti siano quelli che determinano l’ordine di accesso e fruizione dell’alimento, venendosi facilmente a creare, con il tempo, all’interno del gruppo, animali grassi che mangiano sempre di più e animali magri che non riescono ad alimentarsi a sufficienza perché scacciati in quanto dominati.
Per questi motivi, la legislazione obbligherà anche ad avere una modalità di somministrazione dell’alimento tale da garantire alle scrofe l’ingestione individuale della razione, adottando metodi adatti ad evitare le lotte al pasto. Tuttavia, anche senza attendere l’imposizione legislativa, è economicamente conveniente adottare un sistema che limiti i danni provocati dalle lotte di gerarchia. Sono ormai ampiamente riconosciute le patologie delle scrofe troppo grasse che si riscontrano in sala parto: parti difficoltosi, più nati morti, mastiti, eccessivo dimagramento in lattazione. barra alimentazione barra alimentazione Un semplice sistema, poco costoso e facilmente realizzabile nelle aziende in cui l’alimento viene somministrato in truogolo, è quello di posizionare delle sbarre che suddividano la mangiatoia in tanti alloggiamenti singoli in cui ogni scrofa si può infilare durante il pasto barra alimentazione barra alimentazione barra alimentazione In questo modo le scrofe giovani e leggere sono in qualche modo protette dai colpi e dai morsi delle vecchie e pesanti “matrone” che vorrebbero arraffare quanto più cibo possibile. barra alimentazione barra alimentazione barra alimentazione IIn questo modo, è reso impossibile ai soggetti dominanti di posizionarsi longitudinalmente al truogolo, impedendo così l’accesso agli altri animali. Inoltre, individuato lo “spazio alimentazione corretto”, ed installate le sbarre, non è più possibile mettere un numero superiore di animali rispetto ai posti alimentazione.
Per le scrofe prepotenti… razioniamo gli alimenti!

 


Dott. Francesco Tonon
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